lunedì 6 marzo 2017

"Collezione permanente": ci prendono in giro!


Insomma: mettevi d'accordo. Venerdì il direttore della Fondazione, Christian Greco, e la soprintendente Papotti hanno giurato e spergiurato in V Commissione che a Catania andavano soltanto pochi pezzi, per un periodo limitato (5 anni) e il giorno dopo l'assessore alla cultura di Catania se ne esce smentendo clamorosamente quanto detto dai Nostri a Torino.

Citiamo da LiveSiciliaCatania del 5 Marzo (ieri):
«Il museo Egizio di Catania è una realtà. Lo spiega con precisione l’assessore alla bellezza condivisa Orazio Licandro: “Al di là delle firme e dei contatti, c’è una determina di fondi già stanziati dalla Presidenza del Consiglio di 2.500.000 euro circa - afferma l'assessore. Gli incontri sono già avvenuti tutti presso il Ministero dei Beni Culturali e anche a Torino, così come a Catania, tra i vertici del museo Egizio, l’amministrazione comunale e la sovrintendenza - prosegue - e cito la sovrintendenza per ricordare che non si tratta di un accordo tra amministrazione comunale e Fondazione Museo Egizio ma di un’idea del Ministero dei Beni Culturali, che ha deciso di creare una succursale del Museo Egizio a Catania"».

Quindi sono corrette le cifre fornite dal Comitato (2,6 milioni di Euro) e che l'idea parte da Roma. Da quello stesso Ministro che si permette, con spocchia e arroganza, di liquidare il pasticcio Egizio come una "polemica provinciale".

Tutto ciò, continua Licandro, «nell’ottica di condivisione di un patrimonio culturale che non è proprietà della Fondazione in quanto struttura privata, ma dello Stato e di tutti gli italiani».

Capito, cari Torinesi e Piemontesi?
Il Museo non è vostro (e se provate a lamentarvi vi diffidano pure), ma dello Stato e "di tutti gli italiani" - peggio che nel Ventennio. Quindi, zitti e mosca. Anzi: pagate le tasse - che Catania, come tutta la Sicilia, per Costituzione (artt. 36 e 37 dello Statuto siciliano) allo stato non versa un soldo. 
Ciò non fa che confermare quanto ci hanno puntualizzato gli avvocati della Fondazione: «le motivazioni [...] non dipendono certo dalla mancanza di spazi espositivi nel territorio piemontese bensì dalla volontà di radicare le collezioni del Museo Egizio su tutto il territorio italiano».

E adesso viene il bello, come si diceva nei bei tempi andati, quando valeva il motto fanfarone di "Roma doma", che pare piacere anche al Franceschini:

«La prima mostra che sarà ospitata nella sede etnea del museo Egizio sarà quella che verrà inaugurata il 10 Marzo a Torino e che a Catania è prevista tra novembre e dicembre", annuncia Licandro. [...] I fondi già stanziati per la struttura - precisa - che ospiterà questa COLLEZIONE PERMANENTE (circa 300 pezzi) sono stati 2.600.000,00 euro». 

Quindi l'assessore Licandro smentisce a mezzo stampa Greco e Papotti. O siamo noi ad aver capito male? Gradiremmo, a riguardo, una chiara presa di posizione da parte di Fondazione e di Soprintendenza, che non si limitasse ai comunicati stampa di propaganda ripresi dai media compiacenti. E anche il Comune dovrebbe smentire.

Perché delle due l'una: o hanno ragione Greco e Papotti o ha ragione Licandro. Non siamo nella situazione del gatto di Schrödinger, che sarebbe contemporaneamente mezzo vivo e mezzo morto. Basta prenderci in giro!

Quindi, anche per evitare di diffondere notizie false (siamo stati accusati, tra l'altro, anche di questo...), ci attendiamo, nelle prossime ore, da parte di Fondazione, Soprintendenza e Comune di Torino, una ferma smentita delle parole dell'assessore Licandro. 

Altrimenti, chi tace acconsente e ciò vorrebbe dire che la "mostra" di Catania sarebbe una "collezione permanente", vale a dire un altro museo egizio - realizzato coi reperti dell'Egizio di Torino.